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Le tachiaritmie atriali rilevate mediante pacemaker o ICD sono associate ad aumento del rischio di ictus


Le aritmie atriali asintomatiche rilevate mediante un pacemaker o un defibrillatore cardioverter impiantabile ( ICD ) sono associate ad un aumentato rischio di ictus.
Dei quasi 2600 pazienti senza storia di fibrillazione atriale che hanno ricevuto un pacemaker ( 95% ) o un ICD, più di un terzo ( 36% ) ha presentato aritmie atriali rilevate dal dispositivo elettromedicale.
Il periodo osservazionale medio è stato di 2.8 anni.

I pazienti che hanno manifestato un episodio aritmico entro i primi 3 mesi dello studio ha presentato un rischio più che doppio di embolia sistemica o di ictus rispetto a coloro senza aritmie atriali ( 1.69% contro 0.69% per anno; hazard ratio, HR=2.49 ).

Lo studio, prospettico e di coorte, ASSERT ( Asymptomatic Stroke and Atrial Fibrillation Evaluation in Pacemaker Patients Trial ) è stato condotto in 136 Centri in 23 Paesi; era progettato per esplorare il rapporto tra tachiaritmie atriali subcliniche individuate mediante dispositivo e ictus.

Lo studio ha arruolato 2.580 pazienti che avevano almeno 65 anni d’età ed avevano una storia di ipertensione, ma senza storia di fibrillazione atriale o di terapia anticoagulante orale per qualsiasi indicazione.

Entro 3 mesi dall’inizio dello studio, il 10.1% dei pazienti ha sofferto di un episodio aritmico.

I due gruppi erano ben abbinati al basale, con un simile rischio di ictus valutato mediante il punteggio CHADS2 ( 2.26 in quelli che non hanno avuto un episodio e 2.21 per quelli in cui si è manifestata l’aritmia atriale ).

Non è stata riscontrata alcuna differenza nella mortalità vascolare o nel composito di ictus, infarto miocardico e morte vascolare tra i due gruppi, ma vi era una differenza significativa riguardo alla presentazione di fibrillazione o flutter atriale ( 6.29% contro 1.22% per anno; HR=5.56 ).

Un'analisi compiuta tra i pazienti con un punteggio CHADS2 di 2 o superiore, ha trovato tassi significativamente più elevati di ictus o di embolia sistemica e di fibrillazione o flutter atriale nei pazienti con tachiaritmia atriale individuata mediante dispositivo.
In questi pazienti, il tasso di ictus o di embolia sistemica è stato pari a 2.14% per anno. ( Xagena Medicina )

Fonte: American Heart Association Meeting, 2010

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